martedì 3 agosto 2010

Compatta o Reflex

Background
L'anno scorso, estate 2009, mi son posto questa domanda: è il momento di comprare una reflex?
La mia vecchia compatta (foto dal web)
Stavo usando da 5 anni una "compatta evoluta" (non so bene come le chiamino), ovvero una macchina digitale a obiettivo fisso con zoom 10x e totalmente regolabile: tempi, diaframma, messa a fuoco (ma non gli ISO). Era una Minolta DiMAGE Z1.
La conoscevo ormai benissimo e i risultati si vedevano. Era comodissima in viaggio viste le dimensioni, e potevo scattare con una mano sola senza problemi, riuscendo anche a regolare qualcosa col pollice. Ma poi si è un pò rotta. Non era totalmente fuori uso, solo che in condizioni di scarsa illuminazione non emetteva più la lucetta rossa che aiutava nella messa a fuoco. Era rotta quanto bastava per farmi venire il dubbio: ne compro una nuova?
Una foto fatta con la Minolta DiMAGE Z1
Comprare una macchina fotografica nuova non è certo roba da poco. La scelta sul mercato è talmente vasta che devi passare settimane a informarti prima di poter fare una scelta ragionata. E non basta confrontare i modelli: devi anche studiare le caratteristiche e la tecnologia perchè negli anni che hai passato a scattare bellissime foto con la tua macchina sempre più obsoleta la tecnologia ha fatto passi da gigante e quando te ne accorgi ti sembra impossibile poter fare un'altra foto decente senza avere tutte quelle cose nuove.
Comunque ci sono due domande fondamentali che io, da fotografo dilettante un pò obsoleto, mi son fatto: Compatta o Reflex? Quanti megapixel? Cominciamo con la prima.



Compatte e compatte
Una compatta moderna (foto dal web)
Devo fare una premessa sul termine "compatta". Non ho mai pensato di sostituire la Z1 con una "point-and-shoot", ovvero con una compatta che non permette di regolare direttamente almeno l'esposizione e con uno zoom inferiore al 10x. Non che non si possano fare bellissime foto con queste macchinette, anzi, ne ho anche presa una, ma la uso solo nelle situazioni adatte. Queste situazioni sono però limitate: ci deve essere tanta luce ambiente, il soggetto deve essere avvicinabile tanto da poter essere inquadrato bene, non ci devono essere zone di alte luci che confondano l'esposimetro, non ci devono essere oggetti davanti al soggetto che confondano la messa a fuoco. Sembra poco, e invece restano fuori quasi tutte le foto che faccio, visto che uso tantissimo lo zoom. E restano fuori le foto fatte attraverso una griglia, o attraverso il fogliame, visto che la messa a fuoco può essere ingannata. E restano fuori i controluce per soggetti non a portata di flash, se la macchina non ha un pulsante apposito di regolazione.
La compatta di cui parlo nel titolo è una macchina un pò più versatile. Adesso va di moda il termine "super zoom" per questo tipo di macchine, per il fatto che possono raggiungere e superare i venti ingrandimenti (20x). Per intenderci, su questo sito c'è un esempio.

I vantaggi delle compatte
Perchè porsi il problema tra compatta e reflex?
Le compatte sono più piccole, più leggere, in genere più facili da usare, hanno lo stesso numero di megapixel, costano molto meno, non necessitano di obiettivi aggiuntivi.

I vantaggi delle reflex
Ma allora perchè i fotografi professionisti usano le reflex? Sono tutti snob?
Ci possono essere tante ragioni che a un dilettante non interessano: il suono che fa quando scatti, la sensazione di avere un oggetto solido tra le mani, la necessità di montare accessori particolari per esigenze specifiche (e.g. una batteria aggiuntiva nel manico), l'immagine che dai al cliente. Il fotografo professionista poi non ha problemi a spendere, non ha problemi di peso (perchè la macchina è solo una piccola parte dell'attrezzatura). Comunque queste sono mie supposizioni.
La principale ragione per cui un professionista sceglie una reflex è la qualità delle immagini prodotte.
Una immagine è di qualità quando ha le seguenti caratteristiche:
- non mostra distorsioni ottiche
- non contiene eccessivo rumore
- non contiene aberrazioni cromatiche come il "purple fringing" (nota: per qualcuno sono cose diverse)
- non perde informazioni, come accade nel formato jpeg
In sostanza le reflex sono migliori delle compatte in tutti questi quattro aspetti. Resta da chiarire quanto questi siano importanti per il fotografo non professionista. E' ovvio che un professionista abbia bisogno della perfezione, perchè le sue foto sono giudicate da altri professionisti. Noi invece, che ci accontentiamo di pubblicarle sul web o appenderle in salotto, abbiamo altre esigenze.

Ulteriori vantaggi delle reflex
Altri vantaggi importanti che mi vengono in mente sono la velocità di messa a fuoco e la luminosità degli obiettivi.
Mettere a fuoco con l'autofocus di una reflex, in condizioni normali, è questione di istanti. E' velocissimo! Con la compatta invece devi aspettare che il fuoco si aggiusti per "tentativi successivi": va un pò oltre, poi torna indietro, poi finalmente si aggiusta. Se ci riesce. Se poi la situazione richiede la messa a fuoco manuale, con le reflex devi solo far scattare il pulsantino che sta sull'obiettivo e ruotare la ghiera meccanica, mentre con la compatta devi entrare nel menu, attivare la messa a fuoco manuale, agire sui pulsantini, il tutto guardando la scena attraverso uno schermino elettronico e non direttamente come nelle reflex. Se lo schermino non è di qualità più che ottima (risoluzione elevata), la scena sembrerà sempre sfocata anche quando non lo è affatto!
La luminosità degli obiettivi è sicuramente un punto di forza delle reflex. Con le compatte, più estendi lo zoom e più la luminosità diminuisce, richiedendo tempi più lunghi (rischio di mosso) o sensibilità più elevate (aumento del rumore). Per le reflex è possibile acquistare zoom con una luminosità costante, più elevata della più alta luminosità disponibile in una compatta. E' anche una questione di dimensioni: le lenti più piccole delle compatte catturano meno luce.

Aberrazioni Cromatiche
Questo può sembrare un argomento da maniaci del colore, e invece le aberrazioni cromatiche sono molto più comuni e distruttive di quanto sembri. Magari guardando le foto senza troppa attenzione non si notano, salvo poi fare una brutta sorpresa al momento della stampa su carta. E' proprio così che mi sono accorto delle aberrazioni cromatiche prodotte dalla mia amata Z1: dopo aver fatto stampare una foto che mi sembrava bella, ho notato che i bordi degli oggetti avevano uno strano colore magenta. All'inizio ho dato la colpa al fotografo, ma poi una ricerca in internet mi ha aperto gli occhi: la mia macchina era spesso soggetta al problema del "purple fringing". La foto seguente mostra uno scatto con la mia compatta. A queste dimensioni non si nota niente di strano.
Se si ingrandisce l'immagine, anche solo al 100%, si nota invece come la figura umana sia contornata da un alone colorato, di colore verde a sinistra e di colore magenta a destra:
Scatto con una compatta

Scatto con una compatta, ingrandimento 100% circa
Il problema si manifesta praticamente sempre quando c'è un forte contrasto, come tra il cielo e l'uomo nero nella foto precedente, ma anche in situazioni meno sospette. Si veda la foto seguente e l'ingrandimento:
Scatto con una compatta

Scatto con una compatta, aberrazioni cromatiche diffuse
Nell'ultima foto si nota come le aberrazioni cromatiche siano presenti su tutti i contorni: il palo, la ruota, perfino la paglia! Per vederle non serve ingrandire tanto. Una stampa in formato A4 è sicuramente sufficiente.

Ma come si comporta una reflex? Quasi uguale! O meglio, anche le reflex creano aberrazioni cromatiche nelle immagini, ma queste sono molto ridotte, meno probabili e meno evidenti. O almeno questo è quanto si legge in giro. Dato che questo fenomeno può essere causato sia dagli obiettivi che dai sensori, sembra ovvio che migliori obiettivi e migliori sensori rendano il difetto meno probabile. Però anche attrezzature ultra-professionali da migliaia di euro hanno questi problemi, come descritto in questo forum Leica.
Per quanto riguarda la mia esperienza, ho notato questo difetto molto meno con la mia nuova reflex che con la compatta, ma ho anche scattato molto meno, finora. La seguente foto (bruttina già di suo) mostra il difetto generato dalla mia reflex:
Scatto con una reflex
Aberrazioni cromatiche da una reflex
Rumore
Il rumore digitale è una specie di "interferenza" che si genera tra i pixel del sensore, e si manifesta come una nebbiolina grigia o come alterazione nel colore di alcuni pixel. Anche questo è un effetto molto più evidente di quanto possa sembrare. Il rumore è tanto più alto quanto più alta è la "sensibilità" del sensore, perchè viene amplificato insieme ai dati buoni che compongono l'immagine. La sensibilità si misura in ISO e come concetto è simile a quello delle pellicole: più alta la sensibilità, minore la luce necessaria a fare una bella foto. Ne segue che per fare foto con poca luce bisogna usare una sensibilità più alta. Il problema è che mentre con le pellicole era necessario usare dei "cristalli" più grossi che generavano una grana più visibile, allo stesso modo (quasi per sfiga) con i sensori digitali viene amplificato il rumore creando un effetto simile alla grana ma un pò più brutto.

Foto scattata con poca luce, usando una compatta


Ingrandimento in cui si nota il rumore che copre ogni cosa, soprattutto sul bianco
L'interferenza tra i pixel del sensore è maggiore quanto maggiore è la densità di questi pixel (ovvero quanto più sono vicini). La densità dipende da due fattori: il numero totale di pixel e l'area che occupano (dimensione del sensore). Ne segue che, a pari numero di megapixel, sensori più grossi hanno pixel più distanti e quindi una minore interferenza che si traduce in minore rumore.
Qui le reflex battono le compatte, poichè queste ultime hanno sempre un sensore più piccolo, proprio per rimanere "compatte".
E stavolta non c'è trucco che tenga: non si potrà mai fare una compatta con un sensore grande, perchè per ragioni fisiche la creazione di un'immagine più grande necessita di obiettivi più grandi, ovvero NON compatti.
Un'altra scoperta (fotoscoperta!) interessante è che a parità di sensore, un numero di pixel maggiore comporta una densità maggiore e quindi un rumore più elevato. Questo significa che la corsa ai megapixel che si è vista recentemente, dove le compatte hanno raggiunto i 12 megapixel e oltre, ha sicuramente comportato un aumento nel rumore digitale. Quando confronto le foto scattate dalla mia vecchia compatta a 3 megapixel con quelle di ultima generazione, la differenza si vede ed è in favore della prima.
Le reflex hanno un ulteriore vantaggio, oltre al sensore più grande: la possibilità di scegliere la sensibilità, dando quindi la possibilità di decidere se rischiare il mosso con una bassa sensibilità e poco rumore, o andare sul sicuro ma con una sensibilità più alta e maggior rumore.
Come ultima osservazione, le reflex possono salvare in formato RAW invece che JPEG, e in tale formato la riduzione del rumore fatta con programmi come Photoshop è molto più efficace che in JPEG.

Perdita di Informazioni
Quando la macchina fotografica registra l'immagine, sostanzialmente assegna un colore ad ogni punto (pixel) creando un grosso file. Nelle macchine compatte, questo file viene immediatamente convertito in formato jpeg, che consente di risparmiare spazio sulla schedina e di elaborare i dati più velocemente. Durante questo processo di creazione del jpeg, però, alcuni dati che erano inizialmente presenti vengono persi. Questo avviene per molte ragioni che si possono riassumere con parole semplici nei punti seguenti:
- il formato jpeg "compatta" i pixel per risparmiare spazio ma perdendo dettaglio
- il formato jpeg memorizza poche gradazioni di colore rispetto a quelle catturate dal sensore
- il formato jpeg interpreta le informazioni del sensore in base al bilanciamento del bianco impostato nella macchina
Tutte queste limitazioni esistono anche nelle macchine reflex quando creano file jpeg. Le reflex però hanno la possibilità di memorizzare file in formato "RAW", che contengono le informazioni del sensore in formato grezzo, non compresso e non interpretato in alcun modo. Certo i file sono molto più grandi (circa 10 volte) ma permettono di elaborare nel computer i dati precisi che son stati catturati dalla macchina, con i seguenti vantaggi:
- il dettaglio di partenza è intatto, per cui le foto sono più nitide
- tutti i colori che il sensore è in grado di catturare sono mantenuti
- la macchina fotografica non interpreta i dati in base al bilanciamento del bianco impostato, che può essere corretto a posteriori senza nessun tipo di degradazione dell'immagine
Ma la fotoscoperta più importante è che, scattando in RAW, è possibile correggere i difetti di esposizione. Anche con il jpeg si può aumentare la luminosità di un'immagine in Photoshop, ma solo fino a un certo punto oltre il quale la foto inizia a sembrare troppo strana. Con il RAW, che contiene molti più dati (anche se non visibili) del jpeg, quel punto arriva molto oltre. Lo stesso discorso si applica a immagini sovraesposte che è necessario scurire: nelle jpeg le zone bianche diventano grigie, mentre nei RAW le zone bianche possono rivelare dettagli che si credevano persi.
Una tecnica "avanzata" di fotografia ("esporre a destra") consiste addirittura nel sovraesporre apposta la foto per poi scurirla a posteriori, catturando molti più dettagli nelle ombre di quanto non si sarebbe potuto altrimenti (la spiegazione sta qui).
Siccome questo argomento "RAW vs JPEG" è molto dibattuto sul web e si possono trovare blog che si negano a vicenda con tanto di prove pratiche, ecco qui la mia dimostrazione.
Ho preso uno scatto fatto tempo fa quando avevo appena preso la macchina fotografica e facevo esperimenti. Questo scatto è pesantemente sovraesposto. Non dovrebbe succedere, ma a me capita molto spesso, per aver dimenticato un'impostazione o per aver sbagliato qualcosa. Ed è bello poter correggere questi errori a posteriori.
Una immagine RAW sovraesposta
Se al PC correggo l'esposizione con un -2,99 ottengo il risultato seguente, abbastanza accettabile:
L'mmagine RAW scurita al PC
Per confrontare questo risultato con ciò che avrei ottenuto scattando originariamente in jpeg, ho salvato la RAW originale come jpeg e ho applicato la stessa correzione di -2,99 all'esposizione. Il risultato è nettamente peggiore:
L'immagine jpeg scurita al PC
Ci sono ancora zone troppo bianche. Il guaio è che in jpeg è inutile raschiare il fondo del barile: non c'è niente da recuperare. Quelle zone bianche resteranno sempre bianche perchè l'informazione è stata persa per via della sovraesposizione. Per verificarlo provo ad andare oltre, scurendo con una correzione di -4 e diminuendo anche la luminosità:
L'immagine jpeg scurita oltre misura diventa "strana"
Niente da fare: certe zone rimangono bianche, altre iniziano a colorarsi di giallo.
Questa è la prova che, soprattutto per i principianti, scattare in RAW è meglio che scattare in jpeg.

Distorsioni ottiche
Quando un obiettivo fotografico non è fatto a regola d'arte, introduce delle distorsioni. Per esempio le linee verticali risultano un pò storte ("barrel distortion"). Soprattutto gli zoom sono soggetti a questo tipo di difetto, poichè per poter coprire un vasto intervallo di lunghezze focali è a volte necessario scendere a compromessi. I difetti in genere si manifestano maggiormente agli estremi dello zoom, quando è tutto accorciato o tutto allungato. Maggiore è l'escursione dello zoom, maggiore la difficoltà nella correzione delle distorsioni. Per correggere le distorsioni è necessario investire nella progettazione, usare un numero maggiore di lenti, usare materiali più puri e costosi.
Tutte queste considerazioni fanno capire come sia plausibile che nelle macchine compatte, per ragioni di costo, peso e dimensioni, sia più probabile avere obiettivi che distorcono. Se poi si considerano i livelli di zoom raggiunti ultimamente (30x), non presenti tra gli zoom delle reflex (max 15x), è molto ragionevole pensare che nelle posizioni estreme di questi zoom le distorsioni abbondino.

Un altro fattore da tenere in considerazione è la risoluzione degli obiettivi. Questa per me è stata una fotoscoperta perchè pensavo che la risoluzione fosse solo una questione di megapixel, e invece anche gli obiettivi hanno dei limiti fisici per cui non riescono a riprodurre dettagli più piccoli di una certa dimensione. Detto in altre parole, un punto che sta sul monumento che state fotografando, quando passa attraverso l'obiettivo non diventa un punto sul sensore, ma un circoletto. Maggiore è la risoluzione dell'obiettivo, più piccolo è il circoletto e più nitida è l'immagine. Quindi anche in condizioni perfette, con la giusta luce, la macchina sul cavalletto, la messa a fuoco perfetta, il diaframma chiuso... un obiettivo scarso darà sempre immagini poco nitide, dove i piccoli particolari si confondono.

Qualità dell'immagine: confronto diretto
La foto di prova
A parte tutti i discorsi, la cosa migliore per giudicare la differente qualità di immagine tra compatta e reflex è guardare a due fotografie identiche scattate con due macchine diverse. Il sito "Imaging Resource" ha già fatto il lavoro per noi, scattando centinaia di immagini con tutte le macchine in commercio e rendendole disponibili sul suo sito a piena risoluzione. Ho scelto per il confronto una compatta 30x, ovvero la Fujifilm FinePix HS10, e una reflex con lo stesso numero di megapixel, ovvero la Canon 1000D. Ho messo a confronto la foto "Still-life 100", che è uno scatto in studio a ISO 100. Ho scelto quello a sensibilità minore (ISO 100) perchè è ovvio che alle sensibilità maggiori le compatte hanno risultati peggiori per cui sarebbe una battaglia persa in partenza. Le due foto si trovano ai link seguenti: Fujifilm FinePix HS10Canon 1000D.

Fujifilm FinePix HS10, test della nitidezza per la compatta
Canon 1000D, test della nitidezza per la reflex
Ho ritagliato la zona che mostra il disco della bilancia per verificare come vengono resi i dettagli. E' evidente la superiore qualità della reflex. Gli ingrandimenti seguenti mostrano invece la presenza di aberrazione cromatica blu nella compatta, assente nella reflex:
Fujifilm FinePix HS10, aberrazione cromatica per la compatta
Canon 1000D, niente aberrazione cromatica per la reflex
Per completezza confronto anche il rumore di fondo a 1600 ISO ritagliando la scatola dei colori. Si vede come il rumore, nel caso della compatta, riesca addirittura ad alterare i contorni dei quadratini:

Fujifilm FinePix HS10, rumore a 100 ISO come riferimento per le foto seguenti
Fujifilm FinePix HS10, rumore a 1600 ISO per la compatta
Canon 1000D, rumore a 1600 ISO per la reflex
Conclusioni
Compatta o reflex? Dipende dalle esigenze del fotografo.
Le compatte sono maneggevoli, leggere, versatili, però producono immagini con più rumore e alterazioni ottiche e cromatiche, non visibili finchè si pubblica una foto su Facebook, ma evidenti nelle stampe e negli ingrandimenti. Le reflex, scattando in RAW, permettono di recuperare a posteriori gli errori di esposizione eventualmente commessi. Inoltre mettono a fuoco più in fretta e sono utilizzabili in situazioni estreme, dove le caratteristiche negative delle compatte renderebbero lo scatto inutilizzabile anche per Facebook.


Per chi non vuole scegliere esistono anche soluzioni intermedie: la classe "Micro 4/3". Sono macchine che stanno tra le compatte e le reflex sia per dimensioni del sensore sia per dimensioni di corpo e obiettivi. Questi sono inoltre intercambiabili come nelle reflex. La scena inquadrata viene vista su uno schermino, come nelle compatte, ma ad elevata risoluzione, per cui dovrebbe essere possibile anche mettere a fuoco agevolmente.
I primi modelli sono usciti proprio mentre io meditavo sul passaggio alla nuova macchina, ed ero molto tentato, ma alla fine ho fatto una scelta diversa.

La mia scelta
Dopo molte riflessioni ho deciso che a me importava più di ogni cosa avere uno zoom potente. Poi la qualità dell'immagine. Infine la praticità e la portabilità.
Ho scelto quindi una Nikon D5000 perchè era una reflex nuova, con un sensore identico alla più professionale D90 ma con un corpo più piccolo e leggero. Mi piaceva inoltre il display posteriore ruotabile, con cui avrei potuto scattare tenendo la macchina sopra la testa o a terra, o anche inquadrare persone di lato senza essere notato.
Come obiettivo ho rifiutato quello in dotazione per prendere un Tamron 18-270, che è uno zoom 15x, il più "potente" disponibile. Non è molto luminoso ma possiede uno stabilizzatore meccanico che mi consente di usare tempi più lunghi senza mosso, e la bassa rumorosità della reflex mi permette di usare ISO più alti e ridurre i tempi di esposizione.

Riesco ancora a scattare con una mano sola come facevo con la Z1, anche se con più fatica. Riesco ancora a fare grandi zoommate, anzi, ancora più grandi. Riesco a fare foto senza purple fringing e senza troppo rumore. Riesco a mettere a fuoco nelle situazioni più difficili. Non rimpiango quasi nulla della mia vecchia compatta. Però una cosa mi manca.
Quando scattavo con la Z1 potevo tenere il dito premuto e dopo lo scatto vedere, nel mirino, il risultato. Non solo era molto più comodo di come devo fare adesso, ovvero spostare la macchina dall'occhio e guardare il visore sul retro. Ma era anche più efficace perchè nel buio del mirino si riusciva a giudicare molto meglio il risultato prodotto. Potevo scattare intere sequenze ravvicinate senza mai togliere l'occhio dal mirino e controllando ad ogni scatto il risultato, fino ad ottenere l'effetto voluto. Fare questo con una reflex e un soggetto in movimento è praticamente impossibile. Forse le "Micro 4/3" lo consentono, forse un giorno faranno una reflex non-reflex col mirino elettronico... vedremo.


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